dal codex rossanensis, oranti verso Cristo

il metodo della preghiera

I seguenti appunti sulla preghiera, ispirati a don Giussani, sono apparsi sul supplemento di Tracce del luglio/agosto 1994. I titoli sono una mia aggiunta.

essenza della preghiera

«La preghiera è la posizione più vera dell'uomo di fronte a Dio; è il gesto, l'atto dell'uomo più realista, più completo, più vero. La nostra collaborazione con Dio, il nostro lavoro si chiama solo preghiera. E' il punto in cui Dio "fa" e l'uomo fa.
La pesca miracolosa In che consiste? Essa sorge quando si ricerca il senso della vita, quando ci accorgiamo che il nostro io nasce da un 'Tu'.

Riflettere su di sé fino alla coscienza della presenza di un Altro incorre in un pericolo, in una difficoltà che deriva dal fatto che tale presenza sembri astratta, simbolica. Proprio per questo Dio si è fatto uomo. Ciò facilita la strada.

La fede è coscienza di una presenza: Gesù Cristo oggi. Una sicurezza e una facilità a tale coscienza vengono dati dalla liturgia - Cristo continua la Sua presenza nella comunità liturgica.

Nella liturgia lo Spirito rende le cose intime a noi.

L'amore è mettersi a contatto con ciò che continuamente risorge.

elementi metodologici

ostacoli

La vera distrazione dalla preghiera è la noia. Le cose e gli avvenimenti non sono noia solo se si riferiscono alla Persona di Cristo. Nel rivolgersi al Tu resta comunque mortificazione la normale e inevitabile distrazione.

Ciò che non è ragionevole non è parola umana. Nel gesto di preghiera occorre l'armonia del ragionevole. Essa è riflesso della bellezza che è un fatto spirituale. Occorre quindi ponderatezza attenta a quel che si dice.

personale / comunitaria

La meditazione è l'aspetto individuale della preghiera. La preghiera personale è sorgente di quella comunitaria, nel senso che deve educare a fare sempre più personalmente la preghiera comunitaria.»

📚 Bibliografia essenziale